Luna solitaria

DiMichelangelo

Luna solitaria

Che vuole questa luna solitaria

geometrica sul golfo del Vesuvio?

Questo stridere di freni nella

notte senza vento, il profumo di

rose in un orto abbandonato da

tempo?

Cerco nelle mie mani l’immagine

tua, accarezzata nei momenti di

pausa, negli attimi di respiro concessi dal cuore,

nell’ora delle mense affollate, nei tocchi

degli orologi a pendolo che battono

risoluti. La cerco in quelle righe smodate

che circondano la palma, che s’affossano

nella carne e riescono nella cute,

in questi diti sgraziati, rosicchiati dai

mille lavori d’avventura. Che sospiro

di calma c’è in questo corpo, che gioia

smielata d’affetto, di profondo sentimento

nell’animo mio, che ha smesso il

profondo russare delle notti inquiete.

C’era stato un sapore di oppio in quei baci

di rugiada davanti al mare tempestoso.

Vedevamo, dalla brulla scogliera, piccoli

noccioli che apparivano e scomparivano

sotto litri di spuma, come fosse un gioco

che durava da millenni. Muti negli scialli

di canapa cercavamo speranze di vita,

in tutta quella furia, in mezzo all’alveare

che ci attendeva in città. Grande forza

ci univa le mani, tiepido fiato sui bordi

degli scialli. Tu sola smarrita cercavi un

senso alla vita, ai piccoli atti quotidiani

che ci fanno impazzire al pensiero.

Quando salimmo il colle scosceso fummo attratti

da istinti di morte, mentre il vento inferocito

azzannava i nostri visi scomparsi nella

notte.

Fu un attimo di sollievo quel bacio disteso,

un grammo d’uranio che riempì di energia le

nostre cellule malsane. Gettai via le coperte quella

notte, riprendendo un sonno che sapeva di vita.

Marcello PELLEGRINI

Napoli 23-9-1977

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