Nel tempo che fugge inesorabile
i giorni passano indifferenti
e si diventa avari.
Avari di carezze
avari di un corpo
avari di abbracci
avari di sguardi
avari nel sussurrare parole
calde e leggere
avari di coccole
avari di baci
avari di fatti
ma non di parole
Si vorrebbero cambiare le cose
ma un silenzio tombale
finisce per avvolgerci
come le oscure tenebre
che calano nella lunga notte
del solstizio d’inverno.
Così, la parola in bilico
legata al filo dell’incertezza e del sospeso
sazia l’astinenza.
Fernando PIAZZA
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