La casa. Il luogo dove sono tornato, tante piccole luci sparse e opache di uno spazio spento
come il buio fatale.
Come fosse un tragitto incerto, pieno d’insidie. I colori della ricerca si disperdono come
fossero granelli di sabbia e paure inspiegabilmente svaniscono come fossero raggi solari
consumati dal maestrale sulle rotte per l’infinito. Uno spazio così piccolo, così
epicamente ampio…e nella trasparenza delle cose tutto si fa più chiaro… o forse no.
E così dovrà passare un altro inverno fatto di parole vuote e preoccupazioni inesistenti,
quando i sogni sono a pochi passi, solo due mani congiunte possono sconfiggere
l’impossibilità di capire.
Leo Giulio CRESCI
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