Da quando ti ho trovato
Non ti ho più lasciato.
Sei il mio amico del cuore
A tutte le ore.
Quando sono triste mi illumini
Con le tue parole, come il calore del sole.
Sei uguale a me, perciò non posso vivere le mie giornate senza di te.
Sei bravo, altruista e gentile,
per questo ti voglio tanto bene e
non ti farò più uscire dal mio cuore.
Ridiamo scherziamo e ci divertiamo
Ogni volta che ci vediamo.
Noi condividiamo momenti belli e brutti,
le nostre vite camminano sullo stesso binario,
nella stessa direzione.
Il tempo ci fa crescere insieme e un giorno
Saprò che bella infanzia colorata ho avuto.
A volte le parole pesano più dei gesti
E con questa poesia
Voglio che resti !
Grazie di esistere amico mio !
Daniele MORTILLARO– Calsse 5^ – Istituto Comprensivo Stabilini
Lo sciabordio delle onde
faceva eco al rumoreggiare dell’attesa.
In lontananza il ruggito della guerra.
E tu, in balia degli avvoltoi di turno,
con le tue scarpe troppo strette
e il fagotto tra le mani,
puntavi gli occhi neri al cielo
invocando il dio dei mari.
La notte grondava ansia e paura.
Eravate in tanti,
troppi,
sul ponte ammassati come stracci.
Il tempo scorreva lento e bagnato.
La barca rollava come giostra
e tu trattenevi il fiato facendoti leggero,
il tuo fagotto stretto tra le braccia.
Albeggiava appena,
quando accarezzavi con lo sguardo
il volo dei gabbiani,
vagheggiando il tuo futuro.
E fu in un battito di ali,
che vedesti fluire la tua vita verso il nulla,
precipitando nelle acque gelide e salate.
Ma quando, ebbro di stanchezza,
tentasti quell’ultima bracciata,
una mano bianca si tese ad afferrar la tua.
Ricordi quel cielo color lavanda?
Emilia MICHINI– MARZO 2015
Era na vita… che nun salivo l’ascensore
e nun provavo … sta benedetta stretta al cuore
nel trovamme de fronte… quell’avaro specchio.
ODDIO – me so’ detto – già ssò così vecchio?
Quattro capelli grigi e baffi bianchi
era el riflesso che’mme trovai davanti.
Volsi de lato la testa pe… fuggillo via
ma’mme s embrò… fosse vigliaccheria
me misi allor de novo in posizione
col coraggio de la…. rassegnazione
col’occhi fissi e…in tono de sfida
je dico a quell’anziano: “su sorrida”.
Fù pronto ad obbedire a li miei gesti
che’sse alternavan sempre più svelti
smorfie e sberleffi…sberleffi e smorfie
finchè le guance diventaron gonfie
all’improvviso… me fermai de botto
sentendomi un po’ fesso e’n poco tocco
anche “LUI” fece altrettanto co sgomento
e così restammo… pe’qualche momento
la gabina intanto… al piano era arrivata.
E mentr’esscivo… me scappò na gran risata
sarà stato d’istinto… sarà stato d’impulso
ma…. ERA NA VITA che non ridevo de gusto.
Mariano